Richi Ferrero

Attore e Musicista

Richi Ferrero nasce a Torino. A quindici anni, affascinato dal movimento della Beat Generation, inizia un lungo viaggio in autostop per l’Europa e l’Oriente. Per quattro anni si mantiene suonando nelle metropolitane delle grandi città; si ferma ad Amsterdam, Parigi e Istanbul, attraversa la Turchia, l’Iran, l’Afghanistan e arriva fino in Pakistan. Sono anni ricchi di incontri e di esperienze significative, che avranno per Ferrero un peso determinante in tutto il suo percorso artistico e creativo che seguirà con il ritorno definitivo in Italia.
Tornato a Torino, fonda nel 1971 – con Mariano Meli, Gianna Franco e gli attori della compagnia sperimentale Zoo di Michelangelo Pistoletto – la compagnia di teatro di ricerca il Granserraglio. Nello stesso anno il Granserraglio debutta con il suo primo spettacolo, "Teatro Scultura", alla galleria Triade di Giorgio Ciam a Torino. Nel 1972 Ferrero si trasferisce per un anno in Marocco con il Granserraglio. In questo lungo periodo di permanenza il gruppo si dedica allo studio della cultura musicale locale e alla produzione di un mediometraggio a passo ridotto dal titolo "Destino". L’opera cinematografica, mai completata, è diretta da Mariano Meli, e vede Ferrero come attore protagonista e cosceneggiatore.
Nello stesso anno, al ritorno dal Marocco, il Granserraglio allestisce con il “Gruppo dei 5 di Torino” di Lucio Cabutti "Lo Spettacolo in Cascina": in questa occasione Ferrero è attore, coautore dei testi e curatore delle musiche.
Tra il 1973 e il 1976 Ferrero allestisce con il Granserraglio diversi spettacoli per la regia di Mariano Meli. Tra questi si distingue "Lo Spettacolo del giorno dopo", presentato alla storica Rassegna Incontro Nuove Tendenze a Salerno nel 1973 al Teatro Verdi. Lo spettacolo, giudicato scandaloso, viene interrotto dall'irruzione della polizia in assetto antisommossa. In locandina si leggono i nomi di Pier’Alli, Leo De Berardinis e Perla Peragallo, Giuliano Vasilicò e Memè Perlini.
Nel 1977 Ferrero si trasferisce con tutto il gruppo in Sicilia, dando vita ad un impegnativo decentramento teatrale nell'isola: 114 comuni sono coinvolti nelle rappresentazioni e quattordici teatri, chiusi dal dopoguerra, vengono riaperti in questa occasione. Sono anni di lavoro serrato, con ritmi pesantissimi, ma molto importanti sul piano della formazione teatrale dei componenti la compagnia, tutti autodidatti.
Nel 1981 il Granserraglio s’impone a livello nazionale con lo spettacolo "Donne: Storie di ordinaria follia" nel quale Ferrero interpreta Charles Bukowski. Due stagioni per duecento repliche in tutta l’Italia, da Bolzano a Messina. Impropriamente la critica considera l’allestimento il primo spettacolo teatrale “a luci rosse”. L’anno seguente Ferrero vive la sua seconda esperienza cinematografica come interprete principale di un cortometraggio "Lie Detector", con la regia di Guido Chiesa.
A seguito del successo dello spettacolo "Donne: Storie di ordinaria follia", il Granserraglio mette in prova "Sonata Colt", primo western a teatro ispirato al personaggio di Tex Willer. Nel corso della lavorazione, ragioni interne alla compagnia trasformano "Sonata Colt" in "Uppercut Sonata - Boxe. Storia di un incontro", che segna il debutto alla regia di Richi Ferrero, il quale è anche ideatore dello spettacolo ed interprete.
Nel 1984, in occasione della seconda edizione del Festival Internazionale Cinema Giovani a Torino, il Granserraglio allestisce "Set", prima installazione di teatro urbano. Ideata da Ferrero, rappresenta un momento importante di un lungo processo di transizione che lo porterà dal teatro di palcoscenico a nuove forme di espressione sconfinanti con l'arte visiva: dalle installazioni urbane all’illuminazione monumentale e di opere d’arte, dagli allestimenti museali ai grandi eventi. Nel 1985 Ferrero fonda con Gianna Franco “Il Magnifico Atelier”, gigantesca struttura industriale dove si allestiscono le installazioni di teatro urbano, si progettano e si costruiscono le scenografie per realtà esterne, come il Teatro Regio di Torino e il Museo della Scala di Milano. Nello stesso anno la Giugiaro Design incarica Ferrero di progettare un’installazione spettacolare per il lancio mondiale della prima collezione di moda di Giorgetto Giugiaro a Palazzo Pitti a Firenze.
Nel mese di settembre a Torino il Granserraglio, sotto la guida di Ferrero, inaugura una seconda installazione urbana: "Torino Stupefacente".
Nel 1986 Ferrero progetta e allestisce con il suo gruppo l’installazione "32 tonnellate spinte in cielo... come se fosse il mare". In questa occasione inizia la sua collaborazione con i registi Claudio Paletto e Mimmo Calopresti. Nello stesso anno è attore protagonista del cortometraggio "Love Song" di Mimmo Calopresti e del video "Sinn Fein" di Claudio Paletto e Mimmo Calopresti. Nel 1987 è la volta di "Per ora, per quest’ora, per questa volta ancora..." Nell’ambito di quest’ultima installazione di teatro urbano, Ferrero teorizza la “drammaturgia della fissità”, filo conduttore e filosofia portante di tutta la sua produzione successiva. Intanto approfondisce anche l’utilizzo della luce, sperimentando nuovi sistemi di illuminazione, collaborando con importanti realtà private e pubbliche, specializzandosi in illuminazione di opere d’arte e monumentali, oltre che di spettacolo.
Tra il 1988 e il 1989 Ferrero ritorna al teatro di palcoscenico, con particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea, riferita principalmente agli autori tedeschi tra i quali Fassbinder e Achternbusch. Con Gianna Franco e Sergio Martin acquisisce nel 1989 il Teatro Juvarra, che diventa sede operativa del Granserraglio. Nello stesso anno sperimenta per la prima volta, in occasione dell’installazione "Torino Metaphysica", l’utilizzo del raggio laser. Sempre nel 1989, con Marina Gariboldi, progetta e allestisce "Trame d’autore" sperimentando nuovi sistemi d’illuminazione sulle opere di Balla e di Dorazio. È incaricato per tre stagioni consecutive dal Comune di Torino di progettare e dirigere la Festa della Città, per la quale ripropone, in chiave contemporanea, le naumachie barocche, antica tradizione cittadina. In questa occasione studia e sperimenta il fuoco d’artificio.
Nel settembre 1989, sempre come produzione del Granserraglio, presenta "Assalto al sole", installazione cinematografica urbana. A ottobre, in occasione del Festival Internazionale del Cinema Sportivo, interviene sulla cupola della Mole Antonelliana avvalendosi di un sistema laser computerizzato.
Per il Museo Teatro alla Scala di Milano cura, su progetto espositivo di Sebastiano Romano, i progetti d’illuminazione de "I Viaggi di Mozart in Italia" (1991) e "Lo spazio della musica nelle “Memorie”" di Carlo Goldoni (1993).
Nel 1992 si diverte con le Sorelle Suburbe: sua è la regia dello spettacolo "Torna a casa Ulisse" al quale partecipa anche Bruno Gambarotta. Negli anni 1994 e 1995 sarà ancora alla regia per Le Sorelle Suburbe. "Il Meglio del Peggio" e "Le Sorelle Suburbe straparlano d’amore."
Nel 1993 è l’ideatore, con Gianna Franco e Sergio Martin (che ne curerà la direzione artistica), del Café Procope, sala multimediale attigua al Teatro Juvarra. Nello stesso anno il Granserraglio partecipa alla quindicesima edizione del festival AstiTeatro con lo spettacolo "Hot-Line" di Angelo Longoni, interpretato da Ida Di Benedetto. Ferrero ne cura riduzione e regia.
Con "Desiderio - Tram etnico" (1994), un tram cittadino trasformato in installazione itinerante, è sempre più evidente la vocazione di Ferrero di eleggere a palcoscenico la città, teatralizzando elementi tipici del tessuto urbano come il tram. Nello stesso anno cura la regia per il Granserraglio di un colossale spettacolo nel Parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi: "Il Teatro del Fuoco". Evento che racchiude momenti di danza, recitazione, fuochi d’artificio e attimi di alta spettacolarità ottenuti portando sulla scena giganteschi mezzi meccanici. Partecipano oltre cento artisti tra attori e danzatori. La messa in scena di "Millenium" al Teatro Juvarra (1995) sottolinea il sempre più evidente desiderio di Ferrero di uscire dal luogo-teatro. Con alcune tonnellate di ghiaia trasforma la platea in un ipotetico spazio antropologico, confinando il pubblico su un’alta tribuna posta sul palcoscenico.
Nell’estate dello stesso anno, in "Canto per Torino", è coautore e interprete di uno spettacolo, diretto da Gabriele Vacis, che vede coinvolte le principali realtà teatrali torinesi: iniziativa che nelle intenzioni vorrebbe essere la premessa di un nuovo modo di fare teatro, unendo tutte le forze creative in un’unica compagnia.
Il cinema ricompare periodicamente nella carriera di Richi Ferrero. Sono episodi isolati che esulano da un interesse specifico per la carriera cinematografica, ma che sottolineano la peculiarità di artista totale che non trascura nessuna forma d’arte. Il 1995 lo vede interpretare il padre di Milena Sutter nello sceneggiato televisivo "Il caso Bozano" per la regia di Felice Farina.
Nel 1996 conclude l’esperienza con il Granserraglio e fonda il Gran Teatro Urbano, realtà che meglio risponde alle sue intenzioni creative e che debutta con lo spettacolo "Concert Para Voices Und Colori". Allestito in occasione del Vertice Europeo a Torino, con le sue immagini gigantesche che avvolgono un’intera piazza, interi edifici trasformati in quadri, "Concert" è l’ideale biglietto da visita per questa nuova realtà che nel nome racchiude tutta la sua vocazione di “teatro urbano”.
Nello stesso anno progetta e allestisce con i compagni di "Canto per Torino" lo spettacolo itinerante "Le Lunelanghe" che ancora una volta coinvolge tutte le forze teatrali torinesi. L’evento teatralizza l’intero paese di Verduno e i suoi abitanti e darà vita alla rassegna, voluta da Beppe Rosso, “Veglie di mezza estate”, Festival del Parco Culturale Grinzane Cavour.
Nel 1997 Ferrero è incaricato dalla Regione Piemonte e dal Museo Nazionale della Montagna dell’illuminazione permanente del Forte di Exilles: si tratta della prima applicazione dei criteri illuminotecnici teatrali ad un’opera architettonica. Nello stesso anno cura la regia dello spettacolo "Retablo" di Vincenzo Consolo, allestito con Sebastiano Romano a Milano nella chiesa di S. Paolo Converso.
Con Marina Gariboldi, Ferrero progetta nel 1998 il Museo della Sindone, inaugurato in occasione dell’Ostensione, primo risultato di un’applicazione dei criteri teatrali in un campo completamente nuovo. Incaricato dalla Città di Torino della cura di una serie di eventi spettacolari, Ferrero inizia la collaborazione con Musica 90, realtà d’importanza nazionale operante nel settore della “musica mondiale”. Insieme producono "Lucicanti di Maggio", progetto bivalente nel quale alcune chiese storiche di Torino vengono trasformate, grazie a gigantesche proiezioni, in una galleria d’arte all’aperto. All’interno, un innovativo programma musicale è arricchito da un attento lavoro di illuminazione progressiva del patrimonio artistico in esse racchiuso.
Nel 1998 nasce a Torino “Luci d’Artista”, rassegna d’arte sul tema della luce con installazioni inserite nel tessuto urbano. Ferrero per la prima volta viene chiamato a partecipare ad una “collettiva” che vede coinvolti importanti nomi dell’arte visiva. Una gigantesca gru edile trasformata in scultura di luce è l’elemento dominante delle tre opere presentate nelle tre edizioni consecutive della manifestazione: "Porto Palazzo", "Imbarco Torino", Lucedotto".
In questa occasione l’idea ricorrente di teatralizzare la città, e quindi di sfruttare elementi tipici del tessuto urbano – come una gru edile – per trasformarli in opere artistiche, è più che evidente. Prosegue intanto l’attività di illuminazione monumentale: Ferrero cura l’illuminazione di cinque chiese e la via principale della città di Ciriè, in provincia di Torino.
Nel mese di luglio del 2000, dopo cinque anni di lavoro, s’inaugura il Forte di Exilles: le due aree museali allestite da Ferrero si presentano agli occhi del pubblico e della critica come un nuovo modo di fare museo, in un momento di grande dibattito su questi temi.
Per invito della Fondazione Novalia, presenta un’installazione da inserire nel percorso "Le fil(e) d’Arachné (Wood Wide Web)" nei boschi del comune di Orta San Giulio: per questa occasione sfrutta le potenzialità della luce di Wood per rendere luminosa una gigantesca ragnatela. In occasione dei Giochi Olimpici Invernali del 2006 completa numerosi interventi di illuminazione artistica sui principali monumenti della Città di Torino e la scultura luminosa "Il Dente del Gigante" realizzato con Carmelo Giammello. Dal 2007 Ferrero concentra la sua attività nell'ambito dell'arte visiva realizzando una serie di opere per collezionisti privati tra cui "Il Grande Guerriero". Nel 2009 il suo ventennale lavoro di sperimentazione con la luce nera di wood, viene presentato in una mostra personale, "Luce Nera", presso la Gagliardi Art System Gallery di Torino, alcune opere di questa serie sono presenti in collezioni private e fiere d'arte internazionali. In occasione della mostra viene realizzato l'intervento artistico "Re di Fiori" sul monumento a Vittorio Emanuele II. Bwindi Light Masks, istallazione artistica luminosa, presentata in anteprima nel 2010 a Luminale in Francoforte, diventa un'opera itinerante nei principali festival della luce.

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