Andrea Lesmo

Musicista

Suono e immagini sono sempre stati per me importanti nella creazione artistica: mi sono così dedicato alla musica e alle arti figurative. E’ stato determinante dopo il liceo artistico e anche il corso di musica elettronica tenuto al Conservatorio di Torino nel ‘74 con il docente Enore Zaffiri.
Ho così approfondito le esperienze di musica sintetica-sperimentale con l’utilizzo di oscillatori, modulatori ad anello, vari effetti per l’elaborazione del suono e schermi per la proiezione di immagini.
La svolta è iniziata nel ’78 con il gruppo Cromosuoni che si esibirono al Palasport di Torino con uno show multimediale intitolato OROLOGIAI DELLO SPAZIO, musica live e proiezione di immagini ispirate a racconti di fantascienza e all’illusione delle dimensioni spazio-tempo.
Poi all’inizio degli anni ’80 con la band Teknospray  (con Alberto Ramella, Mauro Tavella, Andrea Costa e Lucio Lesmo) ci siamo dedicati a una musica che le riviste del periodo hanno classificato come New Wave Hollywoodiana. Abbiamo anche aperto il concerto di Siouxie and the Banshees.
Poi la tesi di laurea in Architettura che trattava il distacco tra l’uomo e la natura, negli elementi strutturali, figurativi e nell’immaginario urbanistico.
Con i Carmody (con Alberto Ramella e Max Casacci) dall’82 abbiamo sviluppato uno stile Elettronico New Wave ma anche ironico. Durante i live proiettavamo vari filmati creati con computer d’epoca da Riccardo Canova. Ci siamo esibiti in vari concerti in Italia e tournée in Francia.
Nell’84 abbiamo anche partecipato alla rassegna “Il suono sintetico” con dibattito e confronto presso l’università del Politecnico di Torino. Ho anche composto musica da camera insieme al pianista Eugenio Manassero, colonna sonora per l’originale radiofonico in onda su RAIUNO “In Punta di piedi”, regia di Umberto Marino.
Durante i concerti dei Carmody nel brano “En Vol” univamo i nostri suoni sintetici ed elettrici con la cantante lirica Wanda Spinati e con un quartetto d’archi. Il brano “Messengers of Love” esce poi su varie compilations.
Nell’85 suoniamo in MataHari (Opera d’Immagine) con la voce di Koorina (Antonella Bellan), della Compagnia Panfocus (regia Alberto Negro) nella stazione Porta Nuova di  Torino, di cui vi furono anche passaggi su RAI TV con il brano “The Future’s Years”, jazz elettronico ispirato a poesie dei Neri d’America.
La mia ricerca dell’aspetto mistico trova la sua reale identità all’interno del Movimento Shan, e la meditazione che fa riferimento all’Assoluto ha influito sulla nuova visione artistica dell’area torinese; ci si concentra sullo studio della musica che sollecita a particolari stati percettivi interiori, e ha anche favorito la collaborazione con Luca Colarelli: abbiamo fondato i DAGDA.
Con i Dagda abbiamo composto musiche per la Compagnia di Teatro-Danza Sosta Palmizi.
La mia ricerca musicale unisce l’utilizzo di suoni sintetici, strumenti orchestrali, suoni etnici, effetti vari e campionamenti. Gli articoli usciti sui principali quotidiani italiani rivelano l’effetto di come lo spettacolo Tufo (1986) ti precipita in un misterioso mondo in cui la natura non è quella stereotipata dell’essere umano: “Una danza di insetti, androidi e granchi”, oppure: “Come sa di Tufo l’uomo scimmia”. Per lo spettacolo SSST! Dei Sosta Palmizi (regia di Raffaella Giordano, 1987), abbiamo utilizzato dei suoni di uccelli togliendo la forma identificativa della percezione umana (cip cip), e cercando di rappresentarli come si sentono tra di loro.
Con Morgana (regia di Roberto Cocconi, 1988), si approfondisce la ricerca stilistica sulla musica rinascimentale e sul folklore nordico che evoca un’atmosfera soprannaturale. Vedi i titoli degli articoli: “Un mondo di sogno evocato dalla danza”, o “Danze con la Fata Morgana”. Poi Rapsodia per una Stalla (1991) e Edadaus (regia di Giorgio Rossi, 1993). Questi spettacoli sono stati rappresentati in Europa, USA, Messico, Canada, Cina ecc. Nel ’91 abbiamo anche collaborato alle musiche per lo spettacolo di teatro-danza “Enciclopedia” di Roberto Castello, con patterns ritmici insieme a una melodiosa voce vietnamita.
Nel 1987 insieme a Carlo U. Rossi, Mauro Tavella e Andrea Costa sono fondatore e socio del nuovo studio di registrazione TRANSEUROPA SAS. Lo studio (24 tracce analogico) si avvale delle più sofisticate attrezzature di quel periodo per la registrazione e l’elaborazione del suono, aprendo così tantissime prospettive di ricerca creativa. Lì passavamo le notti a registrare isolati dal mondo esterno. Molti artisti di fama internazionale hanno registrato qui i loro dischi.
Tutto questo percorso creativo ha dato il via all’avventura del LabGraal, ispirato da Rosalba Nattero (con Giancarlo Barbadoro, Luca Colarelli e Gianluca Roggero). Mi sono quindi trovato tra le mani il mio primo Bouzuky, di cui non sono più riuscito a fare a meno, uno strumento a corde legato alla cultura greca del rebetiko e anche alla musica celtica.
Il LabGraal è un gruppo di Keltic Music; è la musica che nasce da culture europee tuttora vive e vitali, e che evoca i suoni di altre culture native profondamente legate tra loro. Vengono pubblicati vari  CD: “In the Stone Circle (1994), Samain (1996), Northern Wind (1998), Sacred Land (2002). Abbiamo anche prodotto il CD di Musica per Meditazione SHAN, di Giancarlo Barbadoro.
Intanto componiamo musiche per varie iniziative come i documentari “Coca e Maloca (1998)” e “Ikonda, una speranza per la Tanzania (2003)”, realizzati da Max Boscaini e Davide Sgorlon, a sostegno della Colombia  e dell’Africa, con le loro culture etniche, i riti e le loro antiche tradizioni. Viene anche pubblicato il brano Mother Earth People, nato dalla collaborazione del LabGraal con il nativo americano Daniel Zapata.
Il LabGraal ha dato l’opportunità di aprire delle porte a dimensioni espressive difficili da definire: CELTICA, va bene, ma poi che altro? TRIBALE per quel che riguarda le origini più profonde.
Nel 2005 va in scena al Teatro Nuovo di Torino lo spettacolo musicale/teatrale con il LabGraal “I Viandanti del Graal”, regia di Stefano Milla.
Nello stesso anno siamo anche in tournée in Australia, registriamo l’album DREAMING nello Studio 52 di Melbourne, in collaborazione con Jida Murray-Gulpilil, musicista aborigeno australiano. In questo lavoro le sonorità aborigene si incontrano con la keltic music creando risultati del tutto particolari.
Il LabGraal si esibisce in concerti vari in Italia e in Europa tra cui quelli in Bretagna per Menhir Libres (Carnac Fest-Noz):una lotta per rendere di nuovo accessibile il sito megalitico di Carnac.
La sintesi di questi viaggi viene sintetizzata nel 2007 con la regia di Stefano Milla per il film “SHAN, Il Cuore Antico dei Popoli Naturali.” Questo lungometraggio è un percorso musicale e spirituale nel cuore di antiche culture, la lotta per la difesa delle tradizioni dei luoghi sacri dei Popoli Nativi del pianeta, che non si riconoscono nelle grandi religioni e hanno una loro spiritualità basata sul riferimento alla natura. Antonio Carbone, il nostro tecnico audio Live, mixa alcuni brani e dà ad essi la giusta potenza. Il film, per i suoi contenuti, è stato realizzato con il patrocinio delle Nazioni Unite, Alto Commissariato per i Diritti Umani, ed è stato presentato all’ONU di New York.
Attraverso i contatti di Giancarlo e Rosalba, delegati ONU, viene alla luce MOTHER AFRICA, album del LabGraal realizzato in collaborazione con musicisti Nativi Africani del Camerun e del Benin. Sono anche stati elaborati canti tribali della Tanzania.
Con Luca Colarelli ho collaborato alle musiche per il documentario “Le Sponde del Lago” per la tutela dell’ambiente del lago di Viverone (regia di Cristina Fino). Poi il video “A Christmas Gift” del LabGraal (regia di Stefano Milla). Sempre con Luca ho prodotto l’album THE GREEN PATH di Giancarlo Barbadoro.
Nel 2013 è uscito NATIVE, album del LabGraal  con la partecipazione di Chiara Cesano al violino. Qui la band sfodera tutta la sua anima tribale, permeato da un’atmosfera sciamanica che delinea il nuovo modo di interpretare la musica celtica. Cito le parole del compianto produttore Carlo U. Rossi: “Credo che il LabGraal con Native abbia raggiunto lo scopo che si era prefissato, cioè quello di riuscire a riprodurre il più possibile le emozioni che riescono a trasmettere dal vivo: un album in cui, all’interno di visioni e landscapes elettronici, domina l’energia assoluta della ritmica e delle chitarre, a supportare l’intensità poetica delle voci e delle melodie.”
Se nel percorso di questo periodo il suono aveva preso il sopravvento, per le immagini ho recuperato dedicandomi ai ritratti, di amici o personaggi storici. Il bello è che alla fine non si capisce se sei tu che guardi il ritratto o è il ritratto che guarda te.
Nel 2015 per la regia di Sinyus il LabGraal realizza il videoclip “The Witch Dance”.
Abbiamo anche prodotto musiche per degli audiolibri di Rosalba: I CUSTODI DELLA PORTA, voce narrante Guido Barosio (2016), e L’AUSTRALIA CHE NON C’E’ (2017).

www.labgraal.org