Lu Paer

Scrittrice

Vivo, con i miei animali, in provincia di Belluno e più precisamente in un’abitazione  in mezzo ad un bosco. Da qui il mio profondo amore per gli animali selvatici che osservo e proteggo.
Il mio ultimo romanzo, intitolato ‘I muri del buio’, edito da Edizioni Tripla E, è stato pensato in loro difesa.
Scrivo da sempre, ma il mio rapporto con la scrittura si intensifica nel 2012 con il mio primo romanzo intitolato ‘Che cosa stai aspettando!’ il cui ricavato è devoluto a progetti in difesa degli animali.
Nel 2014 esce ‘Non altro che me stesso’, scritto al maschile.  Contemporaneamente inizio a pubblicare, alla rubrica lettere dei quotidiani locali, numerosi articoli in difesa degli animali.
Attualmente sto lavorando ad una raccolta di poesie, altra mia grande passione.
Lu Paer  è lo pseudonimo con cui pubblico. Tutti i miei libri sono disponibili anche in formato ebook.
Professionalmente, dal 2000, mi occupo di dimagrimento e benessere naturali e da tre anni collaboro con un'azienda che produce supplementi nutrizionali vegani.

Perché si comprenda il mio impegno in difesa degli animali del bosco, si sappia che la mia vita è totalmente cambiata il 22 settembre del 2012 quando, alle 6,45 del mattino, un forte colpo di fucile ha rimbombato dentro la mia casa, la mia camera, la mia vita. Mi ero svegliata pochi minuti prima con una forte inquietudine così, quando arrivò il colpo, sapevo già cos’ era successo. Una settimana prima, proprio sopra casa mia, zona frastagliata di abitazioni e strade, si era appostato un cacciatore per abbattere un capriolo. Avevo allertato il 112 e avevo fatto rumore, così il capriolo rimase nascosto (pensate il terrore in cui vivono). Pensai bastasse, prevalesse il buon senso. E invece no! allora ero ingenua e molte cose nemmeno le immaginavo. Lo stesso cacciatore, infatti, a bordo di un‘utilitaria per non dare nell’occhio, qualche giorno dopo tornò per colpire e, con tutta la superficie a sua disposizione, il comune di Mel ha una grande vastità di boschi, lo fece proprio davanti alle abitazioni di alcune famiglie che qualche giorno prima avevano inoltrato alle autorità, anche al sindaco di Mel, una richiesta di divieto di caccia nella zona. Una provocazione? Non lo so. So solo che quella mattina per poter denunciare l’accaduto salii in direzione dello sparo e vidì a terra un giovane capriolo con l’addome devastato dal proiettile. A fianco a lui, il cacciatore che lo stava caricando nel bagaglio, come una borsa della spesa. Denunciai l’accaduto. Quel cacciatore rimase impunito: eppure lì, lui, non avrebbe potuto sparare (nel rispetto della legge 157 art. 21 lettera f). Quel colpo e quell’immagine mi perseguitarono per mesi, e fu così che promisi a me stessa e agli animali del bosco che avrei fatto l’impossibile per difenderli ma, credetemi, ciò che mi ha fatto ancor più male è stato leggere nei verbali, acquisiti dalla procura, che quel piccolo di capriolo, seppur colpito a morte, ha continuato a correre in direzione del bosco, incontro alla sua vita che ad ogni costo voleva, e che lo stava abbandonando. Questa è la caccia, questi sono i cacciatori!!

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