Massimo Wertmüller

Attore

Attore e doppiatore italiano impegnato su più fronti, dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione, Massimo Wertmüller, in oltre trent'anni di carriera, si è rivelato uomo di spettacolo a tutto tondo, capace di spaziare da un medium all'altro con grande disinvoltura, amando le sfide che ogni lavoro e ogni diverso personaggio porta con sé.

Gli esordi e gli anni Ottanta
Massimo Wertmüller nasce a Roma il 13 agosto 1956. Nipote della regista Lina Wertmüller, respira arte sin da bambino e decide di intraprendere la strada della recitazione. Esordisce a teatro nel 1976 con "Luci di Bohéme" di Ramon Maria del Valle Inclan, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia. Due anni dopo inizia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche, creato da Gigi Proietti negli spazi del teatro Brancaccio di Roma, fucina di talenti nazionali come Pino Quartullo, Rodolfo Laganà, Enrico Brignano e Giampiero Ingrassia. Il debutto sul grande schermo arriva con un piccolo ruolo ne La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978), in cui è diretto dalla zia Lina Wertmüller, regista di una commedia drammatica che fotografa il rapporto in crisi tra un italiano e un'americana. Torna a lavorare con la zia in Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada (1983) e Sotto... sotto... strapazzato da anomala passione (1984), in cui incarna il barista Ginetto. Ma è il regista Franco Rossetti a offrirgli il suo primo ruolo da protagonista in Al limite, cioè, non glielo dico (1984), in cui Wertmüller interpreta un romano di umili origini che trova un biglietto vincente della lotteria e cambia vita con i 500 milioni incassati, ma all'insaputa della moglie. Nel 1980 l'attore inizia a lavorare anche in televisione: lo vediamo in Straparole di Ugo Gregoretti, tratto da un'opera letteraria di Cesare Zavattini, e in "Attore amore mio", al fianco del maestro Gigi Proietti. Ma è soprattutto nel 1983 che Wertmüller si fa conoscere dal grande pubblico entrando a far parte del cast della trasmissione di Rai Uno "Al Paradise" con i colleghi della "Zavorra", gruppo di attori comici cresciuti nel laboratorio di Proietti e attivi nel cabaret e in televisione nei primi anni Ottanta. Dopo il film tv I padroni dell'estate (1986) di Marco Parodi, torna a essere diretto al cinema da Lina Wertmüller in Notte d'estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986) - irriverente storia di una miliardaria lombarda che rapisce un bandito sardo e lo tiene segregato finché non le cede - e nel drammatico In una notte di chiaro di luna (1989), incentrato su un giornalista che si finge sieropositivo per un'inchiesta sull'Aids, ma poi scopre di esserlo davvero. Nel 1987 Wertmüller avvia anche una carriera radiofonica, con vari spettacoli da lui scritti e condotti su Radio Uno, tra cui "Ad alta indiscrezione" e "Qui lo dico e qui lo nego". Al cinema, gli anni Ottanta si chiudono con una piccola parte nella commedia di costume Le finte bionde (1989) di Carlo Vanzina e con il ruolo di co-protagonista in Night Club (1989) di Sergio Corbucci, storia di due ragionieri che sognano di aprire una finanziaria e organizzano una serata per un commendatore meridionale dal quale sperano di ottenere una sovvenzione, ma la notte allegra prende una brutta piega.

Gli anni Novanta
Parallelamente agli impegni teatrali, televisivi e radiofonici, Wertmüller prosegue la sua carriera cinematografica anche negli anni Novanta, che si aprono con il ruolo di Leandro ne Il viaggio di capitan Fracassa (1990) di Ettore Scola, fedele ricostruzione della vita delle compagnie teatrali viaggianti della commedia dell'arte nel XVII secolo. Arriva poi la parte del marchesino Eufemio Arquati ne In nome del popolo sovrano (1990) di Luigi Magni, film storico ispirato agli atti di eroismo dei patrioti italiani all'epoca della Repubblica romana, tra il novembre 1848 e l'estate 1849. Nel 1991 affianca Amanda Sandrelli nel film tv Il sassofono di Andrea Barzini, incentrato sull'incontro tra un compositore in crisi e una borgatara romana che vuole fare carriera come sassofonista. Nel 1992 è con Stefania Sandrelli nella commedia Nottataccia di Duccio Camerini, storia di un timido docente che si innamora della bella psicologa dirimpettaia e un giorno si decide a telefonarle, ma non sa che la voce che risponde è quella di un travestito, ospite momentaneo nell'appartamento della donna. L'anno successivo è con Isabella Ferrari nel cast di Allullo Drom - L'anima zingara di Tonino Zangardi, ambientato nei primi anni '50 in un paesino della Val d'Orcia, dove si accampa un gruppo di nomadi rom, accolto con diffidente ostilità dalla popolazione contadina e con simpatia da alcuni giovani di sinistra. Dopo le frustrazioni, le illusioni, i sogni e i fallimenti dei cinematografari romani di Cinecittà Cinecittà (1993) di Vincenzo Badolisani, interpreta Carlo Piane in La fine è nota (1993) di Cristina Comencini, indagine di un avvocato deciso a scoprire i motivi che hanno spinto uno sconosciuto a scegliere il suo studio per suicidarsi. Nel 1994 incarna il giornalista Massimo Salvadori in Cuore cattivo di Umberto Marino, con Kim Rossi Stuart nei panni di un delinquente romano cocainomane che, dopo una mancata rapina in una tabaccheria, si barrica in un appartamento tenendo in ostaggio una ragazza disabile. Nel 1995 ha un piccolo ruolo nella commedia Croce e delizia di Luciano De Crescenzo, mentre l'anno successivo fa parte del foltissimo cast di Il cielo è sempre più blu di Antonello Grimaldi, affresco metropolitano e ritratto sociologico dell'Italia degli anni '90. I piccoli ruoli nelle commedie specchio della società italiana contemporanea vanno per la maggiore: Bruno aspetta in macchina (1996) di Duccio Camerini, Stressati (1997) di Mauro Cappelloni.

Le serie tv e i ruoli del Duemila
Sul finire degli anni Novanta Wertmüller si dedica per lo più alle serie televisive, come Tutti gli uomini sono uguali (1999), in cui interpreta un pilota di linea che, fresco di separazione dalla moglie, va a vivere con due amici (Enzo Decaro e Maurizio Crozza), anche loro separati. Poi diventa capo de La squadra (1999), in cui incarna il vicequestore Giorgio Pettenella, alle prese con la criminalità di Napoli. Nel 2002 lo rivediamo al cinema in Tornare indietro di Renzo Badolisani, in cui è un pittore che deve attraversare l'Italia per recarsi in Calabria, dove è stata allestita una sua personale, occasione per tuffarsi nei ricordi di gioventù. Nel 2004 incarna il Bronzino in Pontormo - Un amore eretico di Giovanni Fago, film ambientato nella Firenze rinascimentale del '500, che racconta gli ultimi giorni di vita del pittore Jacopo Carrucci, meglio conosciuto come Pontormo. Dopo aver impersonato l'onorevole Nappi in Commediasexi (2006) di Alessandro D'Alatri, nel 2008 interpreta Palmiro Togliatti nella miniserie tv Pane e libertà, con Pierfrancesco Favino nei panni del sindacalista Giuseppe Di Vittorio. La seconda metà del Duemila è tutta dedicata alla televisione, tra serie, miniserie e film tv: Tutta la verità (2009), Crimini 2 - Little Dream (2009), Ris Roma - Delitti imperfetti (2010), Nemici Amici - I promessi suoceri (2010), Atelier Fontana - Le sorelle della moda (2010), Santa Barbara (2012), La vita che corre (2012), L'ultimo papa re (2013), Che Dio ci aiuti 2 (2013). Nel 2013 torna al cinema per interpretare il padre di Elio Germano nella commedia L'ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi, storia di vita di un italiano semplice che ha attraversato gli ultimi trent'anni di storia del paese. Nel 2016 è nel cast di Che vuoi che sia, quarta commedia diretta e interpretata da Edoardo Leo.

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